Corte di Cassazione: chiarezza e coerenza nei buoni postali fruttiferi

Questo perché i buoni postali sono destinati a essere emessi in serie per soddisfare le richieste di molti sottoscrittori; quindi, le condizioni devono essere chiare fin dall'inizio.

Nel caso specifico, si discute di una singola previsione (relativa ai tassi per gli ultimi dieci anni) su un titolo che sostituisce una tabella con un'altra. Si sottolinea l'importanza delle indicazioni relative agli interessi da corrispondere tra il ventunesimo e il trentesimo anno di vita del titolo.

La Corte Suprema, accogliendo il ricorso, ha stabilito che l'interpretazione del contratto deve considerare l'insieme della dichiarazione negoziale e non limitarsi a una parte. Quindi, l'indicazione dei rendimenti relativi alla serie 'P' per l'ultimo periodo di fruttuosità del titolo non è decisiva di per sé, considerando che sul buono è presente una tabella sostitutiva diversa. Questa tabella rappresenta in modo eccentrico gli interessi promessi rispetto alla precedente, evidenziando la mancanza di continuità tra le diverse previsioni.

In caso di espressione incompleta o ambigua della volontà delle parti riguardo ai rendimenti del nuovo buono postale, si applica un'interpretazione integrativa che associa al titolo i tassi previsti dal decreto ministeriale richiamato nella normativa del 1973.

In sintesi, il Collegio ha chiarito che, in presenza di discrepanze tra le condizioni sul titolo e quelle stabilite dal decreto ministeriale, le prime devono prevalere per garantire trasparenza e coerenza nel rapporto tra l'amministrazione postale e i sottoscrittori dei buoni postali fruttiferi.