Leasing: dovere di cooperazione tra le parti e rispetto delle procedure in Cassazione

Nella vicenda in oggetto, una società di ristorazione aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per tre canoni di locazione non pagati. Durante il procedimento di opposizione, la società ha contestato la validità del contratto di leasing per simulazione assoluta e ha sostenuto la mancata consegna di alcuni beni. Il Tribunale ha accolto l'opposizione, ma la Corte d'appello ha stabilito che la mancata consegna dei beni richiedeva il pagamento dei canoni da parte del concedente.

La società di ristorazione ha presentato quindi ricorso in Cassazione, basato su sette motivi giuridici, tutti giudicati inammissibili. La Corte ha chiarito che l'interpretazione di un contratto spetta al giudice di merito e che la Corte d'appello ha seguito gli orientamenti corretti riguardanti il leasing. In particolare, è emerso che sia l'utilizzatore che il concedente hanno responsabilità nei confronti del fornitore e un interesse comune nel ricevere la consegna. L'obbligo di collaborazione richiede infatti che l'utilizzatore informi il concedente di eventuali difetti nella consegna per evitare che il concedente paghi il prezzo al fornitore.

La Corte suprema ha anche sottolineato che, se si fanno riferimenti ad atti e documenti del processo di merito, è necessario fornire dettagli precisi e riprodurre tali documenti nel ricorso per la Cassazione. Questo rispecchia il rispetto dei principi giuridici europei.

In conclusione, il ricorso presentato è stato rigettato e la società è stata condannata a pagare le spese legali.