Pavimento sconnesso vicino al cantiere, donna finisce a terra: nessun ristoro economico

Niente risarcimento per la persona caduta, all’interno della galleria di un centro commerciale, a causa della pavimentazione sconnessa presente a pochi passi da un cantiere. Decisiva la constatazione, grazie a un video, del comportamento poco prudente della vittima del capitombolo (sentenza dell’11 luglio 2024 del Tribunale di Roma). Nello specifico, è emerso dalle immagini che l’area di cantiere risultava delimitata e la caduta era avvenuta quando la persona stava camminando in prossimità di quell’area e, al sopraggiungere di un’altra persona che procedeva in direzione opposta alla sua, vista l’insufficienza di spazio per consentire a entrambi di transitare, anziché indietreggiare o attendere qualche secondo, si era allargata nell’area delimitata mentre l’altro soggetto cercava di scavalcarla. Impossibile, quindi, secondo i giudici, ritenere colpevole la società proprietaria del centro commerciale, poiché a causare l’incidente è stata la condotta disattenta della vittima del capitombolo, la quale non ha agito con la dovuta diligenza per evitare il danno. Applicato, in sostanza, il principio secondo cui la condotta imprudente del danneggiato è idonea a interrompere il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso in modo da escludere la responsabilità del custode. Ciò alla luce, come detto, del video, che ha certificato come il cantiere era stato messo in sicurezza mediante delimitazione dell’area, visibile ai passanti, con paletti raccordati da catenelle mobili collegate tra loro da un nastro bicolore. E in detto contesto, come confermato da alcuni testimoni, la vittima del capitombolo aveva perso l’equilibrio, essendosi spostata lateralmente incappando nell’irregolarità della pavimentazione del cantiere. Per i giudici è raggiunta la prova del caso fortuito, coincidente con la mancata adozione, da parte del soggetto danneggiato, delle necessarie cautele per evitare la caduta.