Possibile l’adozione dei figli nati con PMA anche se la storia tra le due mamme è finita
Anche se l’unione civile della coppia si è sciolta, il legame genitori – figli resta inalterato con la possibilità per la madre intenzionale di procedere all’adozione dei figli nati con PMA

L’obiettivo è infatti salvaguardare la continuità affettiva e educativa tra la donna e i figli nati da procreazione medicalmente assistita.
Una coppia di due donne, tramite un percorso di procreazione medicalmente assistita, aveva avuto tre figli. La scelta di diventare madri era stata voluta da entrambe che successivamente avevano formalizzato il loro rapporto con l’unione civile ai sensi della legge n. 76/2016.
A distanza di alcuni anni, la coppia aveva deciso di separarsi. Si poneva ora il problema, soprattutto nell’interesse dei minori, di regolarizzare a livello normativo la situazione affettiva tra la madre intenzionale e i tre figli.
La donna chiedeva infatti di procedere a formalizzazione il suo riconoscimento come genitore, ai sensi dell’art. 44 lett. d), della legge n. 184 del 1983.
Si tratta dell’istituto dell’adozione in casi particolari, prevista sia in caso di impossibilità di affidamento preadottivo per situazioni di impossibilità materiale di adottare bambini in stato di abbandono, ma anche per ogni altra ipotesi giuridica che non consente di addivenire ad un’adozione legittimante, tra cui anche l’ipotesi del minore concepito e cresciuto nell’ambito di una coppia dello stesso sesso.
Nel caso di specie, secondo il Tribunale di Trento, da donna aveva tutti i requisiti necessari per soddisfare la domanda di adozione: nel corso degli anni aveva mantenuto un legame profondo e significativo con tutti e tre i figli.
La domanda è stata quindi accolta in quanto l’adozione, effettuata in accordo e con il pieno consenso della madre biologica e dei figli, consente di formalizzare una relazione che di fatto già esisteva fra e, dall’altro, di rispondere al fondamentale interesse alla continuità affettiva per i minori (Trib. Trento, sez. minorenni, sent., 11 giugno 2024).