Responsabilità e ubriachezza al volante: la Cassazione sui risarcimenti ai passeggeri

Il passeggero ha quindi presentato ricorso in Cassazione contro la suddetta decisione, sostenendo che non ci fossero prove sufficienti che l'ubriachezza del conducente fosse la causa dell'incidente e che non fosse percepibile al passeggero.

Il Collegio ha affrontato la questione, considerando se l'art. 1227 c.c. fosse compatibile con il diritto comunitario nel caso di danni causati a un passeggero da un conducente ubriaco. La Corte ha sottolineato che la normativa europea mira a proteggere i passeggeri, che di solito non possono valutare adeguatamente lo stato del conducente. Inoltre, ha richiamato la Direttiva 2009/103 che impone agli Stati membri di adottare misure per evitare che leggi o clausole contrattuali escludano la copertura assicurativa per passeggeri consapevoli dello stato del conducente.

Ed è stato stabilito che l'art. 1227 cit., interpretato in linea con la Direttiva 2009/103, non permette di considerare automaticamente colpevole una persona che accetta di viaggiare con un conducente ubriaco e rimane coinvolta in un incidente stradale. Spetta al giudice valutare caso per caso se il comportamento della vittima ha contribuito all'incidente, senza escludere completamente il diritto al risarcimento.

Infine, è stato sottolineato che l'apprezzamento della colpa del passeggero è una decisione del giudice di merito e non può essere rivista in sede di legittimità, a condizione che rispetti i parametri stabiliti dalla legge. In sintesi, la sentenza ha chiarito che il passeggero non può essere automaticamente considerato colpevole in caso di incidente con un conducente ubriaco, ma la questione deve essere valutata attentamente in base alle circostanze specifiche di ciascun caso.