Responsabilità in pista: la s.c. esclude il gestore di un circuito da motocross dal risarcimento

Il signor S.M. il 18 febbraio 2007, scivolando sulla pista da motocross, subiva gravi lesioni alla schiena, nonostante avesse l'equipaggiamento adeguato. Pensando che l'incidente fosse dovuto esclusivamente alla presenza di sassi sulla pista e al terreno ghiacciato, il motociclista sfortunato portava l'associazione sportiva che gestiva il circuito in tribunale, chiedendo un risarcimento ai sensi dell'art. 2051 c.c. Il Tribunale di Vicenza accoglieva la richiesta, assegnando al signor S.M. oltre € 560.000,00.

La Corte d'Appello di Venezia cambiava completamente la sentenza, sostenendo che l'incidente dovesse essere considerato come caso fortuito, poiché la pista non presentava caratteristiche o condizioni di manutenzione incompatibili con lo sport praticato e non c'era alcun comportamento illecito.

Il signor S.M., deluso, fa ricorso in Cassazione sperando di far valere le sue ragioni. La Corte Suprema conferma l'assenza di responsabilità dell'associazione sportiva per l'incidente. In particolare, richiamando la giurisprudenza sull'art. 2051 c.c., il Collegio afferma che in caso di incidente in una pista da motocross, la responsabilità del gestore deve essere legata a un pericolo "atipico", non facilmente evitabile anche da un pilota esperto.

L'incidente del signor S.M. era quindi riconducibile all'accettazione del rischio normale per chi utilizza una pista da motocross, quindi, non essendoci un pericolo insolito, l'associazione non è responsabile ai sensi dell'art. 2051 c.c. Queste conclusioni sono in linea con la responsabilità legata alla pratica di sport non professionistici, dove l'utente deve accettare il rischio intrinseco all'attività sportiva.