Equo risarcimento per la perdita del rapporto genitoriale nel caso di cesareo mancato.
La Suprema Corte con sentenza 22899/2024, ha affrontato la responsabilità medica e il risarcimento per danni non materiali correlati alla perdita di un legame genitoriale. In questo caso, l'azienda sanitaria è stata condannata a pagare alla madre di un bambino nato morto a causa di un cesareo non eseguito, un importo di 140.000 euro, ridotto eventualmente da somme già versate.

La Corte, con la pronuncia in oggetto, ha stabilito che il risarcimento per la perdita del rapporto genitoriale deve tener conto della qualità e della quantità dell'affetto con la persona persa. In situazioni come questa, in cui il legame con il figlio è solo potenziale a causa della tragica nascita, la madre sviluppa comunque un legame affettivo durante la gravidanza. Pertanto, i criteri standard possono essere usati come punto di partenza per valutare in modo equo il danno subito dalla madre.
Tuttavia, la Corte d'Appello, sebbene riconosca l'aspetto drammatico della situazione, ha liquidato un risarcimento di 140.000 euro senza spiegare adeguatamente i criteri utilizzati per determinare tale importo. Questa decisione è stata contestata e la S.C. ha accolto il ricorso, annullando la sentenza emessa.
In sintesi, la sentenza evidenzia l'importanza di considerare attentamente i danni non materiali derivanti dalla perdita di un legame genitoriale e di adottare un approccio equo nella valutazione dei risarcimenti. La madre coinvolta nella vicenda merita un risarcimento che tenga conto in modo adeguato delle peculiarità e delle circostanze emotive legate alla sua situazione.