Cooperativa di tassisti sanzionata per avere impedito ai soci di proporsi su piattaforme concorrenti
L’Antitrust non ha ritenuto idonea la misura grazie alla quale i tassisti avrebbero potuto liberare la capacità produttiva inutilizzata solo a favore delle piattaforme che avessero sottoscritto accordi di interoperabilità con la piattaforma della cooperativa.

Garantire maggiore concorrenza nel settore dei taxi e, quindi, offerte e tariffe più convenienti per i clienti. Questo l’obiettivo dell’azione portata avanti dall’Antitrust, che, proprio per questo, ha sanzionato nuovamente – provvedimento del 30 luglio 2024 – con una multa di 140mila euro la cooperativa ‘Radiotaxi 3570’, colpevole di avere continuato ad impedire ai tassisti soci di destinare la quota della loro inutilizzata capacità produttiva a piattaforme di intermediazione concorrenti nella fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda di taxi nel Comune di Roma. Già in passato, a dirla tutta, l’Antitrust aveva diffidato la società a modificare le clausole statutarie e regolamentari sull’obbligo di non concorrenza a portata assoluta, clausole che, come detto, impediscono ai tassisti soci della cooperativa di essere coinvolti da piattaforme di intermediazione concorrenti nella fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda di taxi sul territorio della Capitale. In sostanza, ‘Radiotaxi 3570’ non si è impegnata a riconoscere ai tassisti soci la possibilità di accettare, nei momenti in cui ci sia capacità produttiva eccedente, le chiamate provenienti da piattaforme terze, senza l’intermediazione obbligata della piattaforma proprietaria, cioè ‘ItTaxi’. In particolare, l’Antitrust non ha ritenuto idonea la misura grazie alla quale i tassisti di ‘Radiotaxi 3570’ avrebbero potuto liberare la capacità produttiva inutilizzata solo a favore delle piattaforme che avessero sottoscritto accordi di interoperabilità con la piattaforma ‘ItTaxi.’ In questo modo si sarebbe attribuito alla stessa cooperativa la scelta delle piattaforme per le quali i tassisti avrebbero potuto operare, definendone anche le condizioni economiche. Dovrebbero invece essere i singoli tassisti a individuare direttamente le piattaforme di intermediazione cui rendere disponibile la propria capacità eccedente. Solo in questo modo possono essere garantite, secondo l’Antitrust, adeguate condizioni di apertura del mercato dei servizi di intermediazione della domanda di taxi alla concorrenza di altre piattaforme.