Il Giudice non può sindacare la delibera comunale che prevede pochi parcheggi gratuiti
La Cassazione ha chiarito che spetta all'Amministrazione, piuttosto che al giudice ordinario, il compito di verificare la legittimità delle delibere comunali che regolano i parcheggi senza necessità di ticket.

Nel caso in esame, un automobilista aveva contestato tre multe emesse nel 2013 per non aver pagato il parcheggio nei posti regolamentati. Mentre il Tribunale di Catania aveva annullato queste sanzioni, sostenendo che la delibera comunale del 1995 risultava illegittima per mancanza di motivazione, la Cassazione ha espresso un diverso parere.
La Corte suprema ha spiegato che il giudice ordinario ha il potere di esaminare solo gli atti amministrativi direttamente associati alla sanzione. In pratica, se venisse imposto un pagamento per la mancanza del tagliando di parcheggio in una zona a pagamento, il giudice non potrebbe scrutare eventuali difetti di legittimità nella delibera che ha concesso la gestione del servizio a un'impresa privata.
Dunque, in caso di contestazione specifica da parte dell'automobilista riguardo alla mancanza di spazi di parcheggio libero, spetta all'Amministrazione dimostrare l'esistenza di una delibera che escluda l'obbligo di tali posti. Con questa decisione, la Cassazione ha chiarito che la prova dell'adozione delle misure amministrative necessarie per individuare parcheggi senza controllo o dispositivi di pagamento compete all'Amministrazione e non al giudice, rimarcando ruoli e responsabilità ben distinti in queste questioni urbanistiche (Cass. civ., sez. II, ord., 23 luglio 2024, n. 20293).